Redazionale

Tiroidite post-COVID

Data pubblicazione: 04/04/2022 - Ultimo aggiornamento: 10/01/2023
Categoria: News - Autore: Dott.ssa Chiara Dall'Asta - Margherita Pernich

Tiroidite post-COVID

La tiroidite subacuta è un’infezione della tiroide che si manifesta nel corso o immediatamente dopo aver contratto un’infezione virale, spesso a carico delle prime vie aeree. Questa infiammazione della tiroide era classicamente associata a numerosi virus come i Coxsackie e gli Echovirus, ma mai in precedenza ai Coronavirus.

La tiroidite subacuta è associata a dolore nella regione anteriore del collo, dove si trova la tiroide, con estensione anche fino alle orecchie. I pazienti possono lamentare inoltre febbricola, disturbo alla deglutizione, dolori muscolari oltre ai classici sintomi dell’ipertiroidismo a insorgenza acuta (tachicardia, difficoltà a dormire, nervosismo, più raramente calo ponderale).

Dagli esami di laboratorio emerge un aumento degli indici d’infiammazione, un quadro più o meno importante di ipertiroidismo, solitamente negatività degli autoanticorpi rivolti contro la tiroide, mentre l’ecografia mostra un quadro abbastanza tipico di disomogeneità.

La storia naturale della tiroidite subacuta prevede una fase di tireotossicosi (un incremento degli ormoni tiroidei) dovuta al processo infiammatorio che provoca una dismissione in circolo dell’ormone preformato, seguita da una fase di ipotiroidismo che nel 90% dei casi si risolve lasciando il paziente in una condizione di normale funzione tiroidea.

Questa patologia può svilupparsi sia in pazienti affetti da una forma grave di COVID 19, sia in quelli colpiti dalla malattia lievemente sintomatica (o completamente asintomatica). In entrambi i casi sembra essere sottodiagnosticata.

Solitamente una tiroidite subacuta impiega dalle due alle otto settimane per manifestarsi, mentre nei casi di tiroidite post COVID il tempo di sviluppo sembra essere di tre-cinque settimane.

La reale incidenza della tiroidite subacuta tra i soggetti infettati dal virus SARS-CoV-2 è attualmente sconosciuta. Alcuni autori hanno suggerito che fino al 20% dei pazienti colpiti da grave infezione da COVID 19 possono sviluppare problematiche tiroidee.

Altri studi pre-pandemici e pandemici, che hanno analizzato l'incidenza di tiroidite subacuta in aree con un'aumentata incidenza di infezione da COVID-19, non hanno invece riportato un tasso di malattia più elevato.

In uno studio pubblicato su The Lancet nel 2020 e svoltosi al Policlinico di Milano, la prevalenza della tiroidite subacuta nei pazienti ricoverati nelle unità di terapia intensiva (UTI) risultava essere pari allo 0.5% dei ricoverati nel 2019 (percentuale che ricalca quella della popolazione generale), mentre la prevalenza di tiroidite subacuta nelle UTI nel 2020 è stata intorno al 10% dei ricoverati.

Diversi studi hanno inoltre notato una possibile associazione tra vaccini COVID e tiroidite subacuta. Essa si svilupperebbe tra i 7 e i 90 giorni dopo il vaccino COVID mentre in altri casi, come a seguito del vaccino influenzale (H1N1) o del vaccino dell’epatite B, impiega solitamente tra i 2 giorni e le 8 settimane a manifestarsi. Gli indici infiammatori, i reperti ecografici e i dati sull’ipotiroidismo legato alla patologia sono molto simili tra pazienti affetti da tiroidite subacuta classica e quelli che l’hanno sviluppata a seguito di una vaccinazione COVID.

Una volta riconosciuta, la tiroidite subacuta non richiede un approccio particolare se confrontata con i casi non associati a COVID-19. Ci si aspetta una risoluzione completa delle anomalie degli ormoni tiroidei e dell'infiammazione.

Solo una piccola percentuale di individui sviluppa ipotiroidismo permanente, il tasso sembra però simile a quello della patologia associata ad altre infezioni virali (non COVID 19).

Per quale motivo esiste questa associazione?

Il virus SARS-CoV-2 è in grado di entrare nelle cellule ricche del recettore ACE2 (enzima di conversione dell'angiotensina) e anche le cellule tiroide appartengono a queste ultime; quindi, le cellule della tiroide sono un potenziale bersaglio per l’ingresso di SARS-CoV-2.

Inoltre, un altro meccanismo alla base dell’associazione tra COVID-19 e tiroidite subacuta potrebbe essere la cosiddetta tempesta di citochine (in particolare di interleuchina-6, IL-6) che si sviluppa in corso di infezione da SARS-CoV-2.

Considerata l’importanza della funzione tiroidea, in particolare in soggetti già compromessi dal punto di vista cardiocircolatorio, è consigliata una valutazione della funzionalità di tale organo nei soggetti ricoverati.

Fonti:

I.Muller, The Lancet, diabetes and endocrinology, 2020, 8 (9): 739

The New Entity of Subacute Thyroiditis amid the COVID-19 Pandemic: From Infection to Vaccine Diagnostics 2022, 12(4),960

Subacute Thyroiditis after COVID-19: A Literature Review, Am. J. Trop. Med. Hyg., 107(5), 2022, pp. 1074–1082

Subacute thyroiditis during the COVID-19 pandemic: a prospective study” J Endocrinol Invest. 2022 Apr;45(4):865-874

Differences in Clinical Aspects Between Subacute Thyroiditis Associated with COVID-19 Vaccines and Classical Subacute Thyroiditis, Hormone and Metabolic Research 2022; 54(06): 380-388

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