Redazionale

I dati della stagione influenzale 2022-2023 e l’importanza del vaccino

Data pubblicazione: 25/09/2023
Categoria: News - Autore: Prof. Giuseppe La Torre

I dati della stagione influenzale 2022-2023 e l’importanza del vaccino

È di circa 14 milioni di Italiani il dato relativo alle sindromi influenzali nella stagione 2022-2023, dato paragonabile alle epidemie di influenza pre-pandemia Covid-19.

I risultati messi in risalto dal Rapporto Epidemiologico Influnet dell’Istituto Superiore di Sanità certificano il ritorno su larga scala di questa patologia, spesso etichettata come “banale”, ma che proprio banale non è, non solo dal punto di vista sanitario, ma anche da quello socio-economico. Il carico di malattia, come gli epidemiologi amano definirlo, è fra i più consistenti fra tutte le malattie infettive, ma stupisce che dal punto di vista della prevenzione non venga messa in atto, da tutti gli attori della sanità, ciò che di più ragionevole possiamo realizzare, e cioè una campagna vaccinale realmente diffusa, non solo alle categorie a rischio (anziani, pazienti con patologie croniche, operatori sanitari).

Quest’anno il picco epidemico si è avuto leggermente in anticipo rispetto alle annate precedenti, fra la settimana 48 (a cavallo fra novembre 2022) e la settimana 52 (ultima di dicembre 2022), mostrando in parte l’impatto del deficit di memoria immunologica già osservato per altre malattie infettive negli ultimi 2 anni, come per esempio per il Virus respiratorio sinciziale, che ha cominciato a colpire soprattutto i bambini dalle 4 alle 8 settimane, prima di quanto atteso dalle epidemie degli anni precedenti.

E ad essere colpiti maggiormente dall’influenza tornano ad essere i bambini, soprattutto quelli nella fascia d’età di 0-4 anni, seguiti dai bambini di 5-14 anni. Nei più piccoli nel picco epidemico sono state osservate poco più di 5 sindromi influenzali per 100 (Figura 1). Come di consueto, la fascia d’età meno interessata è quella degli ultrasessantacinquenni che, come è noto, è quella dove la pratica vaccinale è più diffusa (57.2% di vaccinati nella stagione 2022-2023).

Figura 1 – Andamento delle sindromi influenzali in Italia nella stagione 2022-2023

E, paradossalmente, nelle fasce d’età dove i virus influenzali determinano il maggior carico di malattia, si vaccina poco o nulla. Inutile sottolineare come la vaccinazione dei bambini avrebbe come conseguenza la notevole attenuazione della circolazione dei virus influenzali; la disponibilità di vaccini mucosali, che vengono somministrati per via nasale e non tramite iniezione, disponibili da 2 anni ormai, deve spingere la sanità pubblica, i Pediatri di libera scelta e i Medici di Medicina generale a vaccinare quanto più possibile nelle fasce d’età infantili-adolescenziali (nel 2022-2023 si è vaccinato contro l’influenza soltanto l’8% dei bambini di età compresa fra 0 e 4 anni).

Ebbene sì, l’influenza è tornata, dopo la parentesi dovuta alla pandemia, che ha visto un netto decremento delle “classiche” epidemie influenzali nelle stagioni 2020-2021 e 2021-2022 (Figura 2). E che sia presente un deficit di memoria immunologica è testimoniato dal picco che si è avuto fra novembre e dicembre 2022, che ha raggiunto i 15.7 casi per 1000 assistiti in una singola settimana, il dato più alto negli ultimi 15 anni.

 

Figura 2 – Andamento delle sindromi influenzali in Italia dalla stagione 2009-2010 a quella 2022-2023

 

Appare pertanto più che ragionevole vaccinarsi contro l’influenza per la stagione 2023-2024. I vaccini, aggiornati secondo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, saranno disponibili a breve. Così come sottolineato dalla Circolare del Ministero della Salute “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2023-2024” del 21 aprile 2023, occorre anticipare la realizzazione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale già dall’inizio di ottobre. Sarà importante, inoltre, mettere a disposizione la vaccinazione ai soggetti eleggibili in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se si presentano in ritardo per la vaccinazione, tenendo comunque conto che la risposta immunitaria contro l’influenza impiega circa due settimane per svilupparsi pienamente.

 

 

Fonti:

salute.gov.it/portale/temi/documenti/epidemiologica/Influnet_2023_17.pdf

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