Influenza

Influenza

L’influenza è un’infezione virale altamente contagiosa trasmissibile per via aerea che colpisce sia l’uomo sia alcune specie animali.

I virus influenzali sono caratterizzati da una notevole variabilità̀ antigenica. Queste due caratteristiche rendono l’influenza una malattia non eradicabile. Dal punto di vista epidemiologico la malattia influenzale è caratterizzata da un andamento epidemico stagionale (le epidemie si verificano nella stagione fredda) e più̀ raramente pandemico. Le pandemie si verificano quando compare nel panorama epidemiologico un virus completamente nuovo che deriva dal riassortimento genico di virus umani e animali.

L’influenza colpisce prevalentemente i bambini, mentre i casi complicati si registrano prevalentemente negli anziani e nei soggetti a rischio.

CAUSE

Il virus dell’influenza appartiene alla famiglia Orthomyxoviridae. È un virus con involucro lipidico, pleiomorfico (in grado di cambiare la sua morfologia) con nucleocapside elicoidale circondato da peplomeri. L’involucro esterno contiene gli antigeni di superficie: neuraminidasi (NA o N) ed emoagglutinina (HA o H).

Sulla base delle caratteristiche antigeniche delle proteine interne, della proteina di matrice e della nucleoproteina è possibile distinguere i virus influenzali in 4 tipi:

  • tipo A e tipo B che causano le epidemie influenzali stagionali
  • tipo C che è più raro e determina un’infezione di solito asintomatica o simile al raffreddore, di scarso rilievo epidemiologico per l’uomo
  • tipo D, un nuovo tipo identificato recentemente e isolato solo nei suini e nei bovini. La sua possibilità̀ di infettare l’uomo non è chiara.

I virus influenzali hanno una spiccata variabilità̀ genica, con capacità di mutare le caratteristiche delle proteine di superficie HA e NA. Sulla base di queste mutazioni i virus sono classificati in sottotipi, ciascuna contraddistinto da un suffisso numerico assegnato nelle progressive tipizzazioni.

I virus influenzali di tipo A hanno una maggiore capacità di mutare. Le variazioni sono principalmente dovute alle mutazioni spontanee (mutazioni minori o antigenic drift) degli antigeni HA e NA, che causano epidemie stagionali e che riguardano sia i virus di tipo A sia quelli di tipo B. In caso di riassortimenti tra virus umani e animali si può verificare una sostituzione completa degli antigeni HA e NA (mutazione maggiore o antigenic shift) che determina la comparsa di un ceppo virale completamente nuovo rispetto a quelli circolanti precedentemente, determinando lo sviluppo di pandemie influenzali. Questo tipo di mutazioni si verifica solo nel tipo A.

È proprio a causa di questa caratteristica che non si sviluppa una protezione permanente contro i virus dell’influenza e che ci si può ammalare più volte nella vita. Sempre per questa ragione, il vaccino deve essere riformulato ogni anno con i ceppi più probabilmente circolanti e somministrato ogni anno prima della stagione invernale.

TRASMISSIONE

L’influenza stagionale si trasmette per via interumana tramite le secrezioni respiratorie o la saliva, ma anche attraverso il contatto con mani contaminate. Una persona malata comincia a poter infettare altri con lieve anticipo sui primi sintomi e continua per 5-7 giorni.

DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA

Il virus dell’influenza è diffuso in tutto il mondo.

Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), le epidemie di influenza stagionale che si verificano ogni anno durante la stagione invernale nelle regioni a clima temperato colpiscono dal 5 al 15% della popolazione mondiale, vale a dire da 350 milioni a 1 miliardo di persone. Si registrano dai 3 ai 5 milioni di casi gravi che richiedono l’ospedalizzazione nei soggetti a rischio (per esempio anziani, persone con patologie croniche). L’impatto dell’influenza stagionale in termini di mortalità̀ si traduce in 250-500 mila morti ogni anno, circa il 10% dei casi gravi.

L’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) stima che in Europa (Unione Europea e Area Economica Europea, EU/EEA) si verifichino tra novembre e aprile di ogni anno fino a 50 milioni di casi sintomatici di influenza, dunque solo una frazione dei casi incidenti, e un numero variabile tra 15.000 e 70.000 decessi correlati all’influenza.

SINTOMI

L’influenza è un’affezione respiratoria acuta a esordio brusco con febbre che generalmente supera i 38 °C, accompagnata da sintomi generali come cefalea, malessere generalizzato, astenia, mialgia, sudorazione e brividi, e da sintomi respiratori come tosse, congestione nasale. Soprattutto nei bambini si possono manifestare anche sintomi a carico dell’apparato gastrointestinale (nausea, vomito, diarrea).

Il periodo di incubazione è di 1-4 giorni (in media 2) e la malattia dura solitamente circa 1-2 settimane e si risolve con la guarigione.

In alcuni casi possono verificarsi complicanze: sovrainfezioni batteriche a carico dell’apparato respiratorio (polmonite primaria e secondaria) e dell’orecchio (otite, sinusite, soprattutto nei bambini), complicanze a carico dell’apparato cardiovascolare (miocardite) e del sistema nervoso, oltre che l’aggravamento di malattie preesistenti.

DIAGNOSI

La diagnosi di influenza è sostanzialmente clinica. Esistono test di laboratorio su secrezioni provenienti dalle vie respiratorie o dalle cavità nasali per individuare il genoma o gli antigeni virali. Sono disponibili anche test rapidi dotati di scarsa accuratezza. Non è comunque raccomandato l’uso di routine di test diagnostici data la mancanza di ricadute nella pratica clinica.

TRATTAMENTO

Il trattamento è sintomatico. I farmaci antipiretici e antinfiammatori vanno impiegati per il controllo della febbre e il sollievo del malessere del paziente. Dato il notevole ricorso all’autoprescrizione, i cittadini devono essere informati sulla natura sintomatica di queste terapie.

Il paracetamolo, l’ibuprofene e il diclofenac sono farmaci utilizzabili negli adulti e offrono il vantaggio di una buona efficacia e una gastrolesività contenuta. Nei soggetti ad aumentato rischio cardiovascolare è raccomandato l’uso del paracetamolo. Per quelli già̀ in terapia con aspirina a basso dosaggio è un’alternativa l’incremento della dose di acido acetilsalicilico fino a raggiungere la dose minima necessaria per ottenere l’effetto antipiretico e analgesico. L’acido acetilsalicilico non è invece indicato per la somministrazione a bambini e ragazzi al di sotto di 18 anni per il rischio di sindrome di Reye.

L’uso di antibiotici non è raccomandato nella sindrome influenzale senza complicanze e nel mal di gola associato alla sindrome influenzale, a meno che non ne sia provata l’origine da sovrainfezione batterica.

PREVENZIONE

Il vaccino antinfluenzale è la migliore strategia preventiva per ridurre l’impatto epidemiologico, clinico ed economico dell’influenza. Tra le strategie applicabili, la più diffusa è la protezione dei gruppi di popolazione a rischio, in particolare della popolazione anziana. Nonostante le ampie dimostrazioni di sicurezza ed efficacia e malgrado gli anziani siano la categoria più a rischio di sviluppare complicanze dopo influenza, le coperture antinfluenzali non raggiungono i valori minimi consigliati.

 

Bibliografia & Sitografia

Bartolozzi G. Vaccini e Vaccinazioni, Seconda Edizione. Masson 2005.

Rugarli C., Obiass M., Medicina interna Sistematica, Quinta Edizione. Masson 2015; 1585-1586

De Grazia S., Ferrero D., Giammanco G. Microbiologia e Microbiologia Clinica per infermieri, 2012.

La sorveglianza Passi d’Argento. Vaccinazione antinfluenzale, portatori di una malattia cronica.

epicentro.iss.it/passi-argento/dati/ VaccinazioneAntinfluenzale.asp

Ministero della Salute. FAQ - Influenza e vaccinazione antinfluenzale.

salute.gov.it/portale/p5_1_1.jsp?lingua=italiano&id=103

Enciclopedia Treccani: www.treccani.it

Epicentro, il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica: www.epicentro.iss.it

Istituto Superiore di Sanità: www.iss.it

Ministero della Salute: www.salute.gov.it

VaccinarSi, informazioni sulle vaccinazioni. Portale di informazione medica scientifica sulle vaccinazioni a cura della SITI (Società Italiana di Igiene): www.vaccinarsi.org

CDC Centers for Disease Center: https://www.cdc.gov

Le informazioni presentate hanno natura generale, sono pubblicate con scopo divulgativo per un pubblico generico e non sostituiscono il rapporto tra paziente e medico.
Trovi questo articolo interessante? Condividilo sui social
Progettazione e sviluppo a cura di TECNASOFT