Redazionale

L’asma professionale: definizione, sintomi e prevenzione

Data pubblicazione: 01/12/2022
Categoria: News - Autore: Maria Vittoria Manai

L’asma professionale: definizione, sintomi e prevenzione

L'asma associata al lavoro è una patologia dovuta a comparsa di asma (o al peggioramento di un'asma preesistente) che si verifica in seguito a un'esposizione occupazionale. I sintomi sono dispnea, tosse e sensazione di costrizione toracica. Se in un individuo insorge una crisi asmatica in relazione all’attività lavorativa, questa può essere dovuta a due tipi di eziologia: una connessa al lavoro (asma occupazionale) e l’altra, invece, relativa ad un’asma preesistente e peggiorata dall’attività lavorativa (asma esacerbata dal lavoro o work-related). L’asma occupazionale è dovuta all’inalazione di sostanze specifiche presenti nell’ambiente di lavoro e la diagnosi si basa su due componenti:

  1. Sull'anamnesi professionale, compresa la valutazione dell'attività lavorativa e degli allergeni asmogeni presenti nella sede di lavoro;
  2. Sull'associazione temporale tra lavoro e comparsa dei sintomi.

L’asma esacerbata dal lavoro, invece, è preesistente e può peggiorare per esposizione a polveri o agenti chimici (condizioni presenti sul lavoro), sforzi fisici o condizioni microclimatiche.  Nel rapporto INAIL 2021 sulle malattie professionali, si evidenzia che nel quinquennio 2014-2018 le malattie respiratorie (nella definizione di malattie respiratorie sono comprese anche altre patologie polmonari come le pneumoconiosi) sono il 5,02% delle tecnopatie e sono al quarto posto dopo le malattie del sistema muscoloscheletrico, le malattie del sistema nervoso e le malattie dell’orecchio (ipoacusia da rumore).

Nello specifico, si evidenzia che l’asma costituisce il 6% delle patologie respiratorie professionali e che colpisce soprattutto il genere femminile e i soggetti giovani tra 16 e 29 anni. Nello stesso rapporto si rileva, inoltre, che il settore con maggior numero di casi di malattie respiratorie è quello delle Costruzioni con il 24,8% dei casi, seguito dai settori Agricoltura (11,5% dei casi), Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo (6,3%), Sanità e altri servizi sociali (4,9%). Riguardo la distribuzione per professione dei casi con nesso causale positivo il 24,7% dei casi svolge la professione di artigiano e operaio dell’industria estrattiva ed edilizia.

Dal punto di vista epidemiologico, in età adulta l’insorgenza di asma in una percentuale tra il 5 e il 20% dei casi può essere attribuita all’attività lavorativa e il 25% dei soggetti con asma preesistente può avere riacutizzazioni in ambiente di lavoro. Da qui si comprende come l’asma lavoro correlata, essendo molto frequente, poiché causa di aumentate disabilità e costi sociali, va riconosciuta e trattata correttamente. In alcuni casi si accompagna la rinite che può precedere di un anno le crisi asmatiche: quest’ultime vanno sempre sospettate e ricercate in presenza di rinite. Nella maggior parte dei casi la sottostima della diagnosi di asma professionale può essere dovuta alla mancata denuncia del lavoratore causata dalla paura di perdere il lavoro o da diagnosi di asma professionale non adeguate.

In base alla classificazione eziopatogenetica, l’asma correlata al lavoro si manifesta come:

1.un’asma professionale, che a sua volta si divide in asma di tipo immunologico (IgE correlata o non Ig E) e un’asma da irritanti;

2. asma preesistente.

Nello specifico, per l’asma professionale si distingue dunque l’asma immunologica, che ha un periodo di latenza, e l’asma da irritanti senza periodo di latenza. L’asma immunologica è caratterizzata dalla comparsa dei sintomi dopo un periodo di latenza dalla prima esposizione al fattore asmogeno ed è causata da agenti:

  • ad alto peso molecolare (sostanze proteiche vegetali o animali) o a basso peso molecolare (sostanze chimiche) con meccanismo IgE;
  • a basso peso molecolare (come polveri di legno) con meccanismo immunologico non IgE correlato, quindi ancora non preciso.

L’asma da agenti irritanti, invece, si caratterizza per l'assenza del periodo di latenza o da una breve latenza tra l'esposizione e l'insorgenza dei sintomi, senza alcuna sensibilizzazione immunologica; e in alcuni casi, come può accadere in seguito ad incidenti sul lavoro, ambientali o domestici, può svilupparsi anche in seguito ad una singola esposizione all’agente irritante che causa la RADS (Sindrome Disfunzionale Reattiva delle vie Respiratorie).

Alcune categorie lavorative come fornai, personale sanitario o parrucchieri, sono esposte sia ad agenti irritanti che sensibilizzanti, quindi si ha un’asma mista. I sintomi dell’asma da irritanti sono sovrapponibili a quelli dell'asma occupazionale da sensibilizzanti.

Per la diagnosi di asma professionale da agenti sensibilizzanti l’iter diagnostico si articola in quattro punti:

1.anamnesi lavorativa di esposizione agli allergeni;

2.diagnosi di asma (spirometria e test di ipereattività bronchiale);

3.conferma della relazione tra comparsa di sintomi ed esposizione lavorativa attraverso test funzionali respiratori come la spirometria, eseguita durante e dopo l’attività lavorativa, e test durante un’esposizione controllata ad un agente specifico;

4. dimostrazione della sensibilizzazione ad un agente professionale e del suo ruolo eziologico.

Per l’asma da irritanti, invece, ci si basa sui criteri riportati dall’American College of Chest Physicians (ACPP); nei casi in cui si sospetta questa forma si deve fare un sopralluogo per valutare le condizioni della sede di lavoro, come la ventilazione, la grandezza e l’altezza degli ambienti, i materiali di lavoro, le esposizioni a sostanze irritanti e, infine, le misure di protezione personale e le tecniche e organizzative. La terapia dell’asma professionale da sensibilizzanti in genere non differisce da quella di altre forme di asma e, ovviamente, deve essere accompagnata dalla prevenzione basata sul controllo dell’esposizione all’ambiente di lavoro.

Le misure utilizzate sono sia tecniche che organizzative e vanno incrementate secondo uno schema gerarchico che prevede:

  1. Eliminazione o sostituzione della sostanza;
  2. Contenimenti tramite sistemi ingegneristici;
  3. Controlli amministrativi;
  4. Norme di comportamento;
  5. Uso di DPI.

Queste misure di prevenzione sono utili anche per prevenire l’asma da irritanti ma, a differenza dei casi di asma professionale dovuta ad un processo di sensibilizzazione, l'allontanamento dal luogo di lavoro può non portare ad un miglioramento significativo nei sintomi poiché può essere causata da irritanti o da disfunzione reattiva delle vie aeree (RADS) senza periodo di latenza, oppure da esposizione singola o multipla ad agenti irritanti non specifici ad alta concentrazione.

La diagnosi precoce di asma professionale ha un ruolo importante nella prevenzione e anche nel quadro clinico della patologia visto che, in caso di sensibilizzazione e sintomi, l’allontanamento dallo stimolo allergenico può portare ad una completa risoluzione dei sintomi; inoltre, condiziona le conseguenze sociali ed economiche della malattia. La messa in atto di misure preventive mirate rappresenta il risultato finale di una gestione integrata dei rischi che inizia dalla loro valutazione e continua con l’attività di sorveglianza sanitaria in relazione alle condizioni di salute dei lavoratori, all’ambiente di lavoro, ai fattori di rischio e alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa.

Fonti:

  1. eurohatria.com
  2. inail.it
  3. Lezioni di medicina del lavoro. Nuova ediz. Copertina flessibile – 11 marzo 2022 di Antonio Mutti, Massimo Corradi
  4. msdmanuals.com
  5. unife.it
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