Redazionale

La consulenza pre-viaggio: viaggiare in sicurezza con semplicità

Data pubblicazione: 27/06/2022
Categoria: News - Autore: Staff Ambimed

La consulenza pre-viaggio: viaggiare in sicurezza con semplicità

Il numero di viaggi all’estero (e in particolare nelle regioni tropicali del pianeta) è in continua crescita da anni. Non è mai stato così facile viaggiare, spostandosi da un’estremità all’altra del mondo per lavoro o per piacere. Viviamo anche in un’epoca caratterizzata da grandi flussi migratori, che portano milioni di persone ad attraversare lunghe distanze in situazioni di seria difficoltà.

Questo ha portato a un netto aumento dell’incidenza di infezioni tra i viaggiatori. Uniamo a questo il rischio, grazie alla facilità con cui abbiamo accesso a informazioni di varia natura in Rete, di sentirci più preparati di quello che siamo e la possibilità di ammalarsi durante il viaggio diventa un rischio da tenere in considerazione.

Se è vero che oggi molte delle malattie in cui ci possiamo imbattere sono gestibili se si ha accesso a cure adeguate, è anche vero che questo non è sempre possibile, che c’è sempre la possibilità di incidenti e che in ogni caso non ha senso rischiare di rovinare un viaggio, magari programmato da anni, per una malattia facilmente evitabile. Possiamo sostanzialmente dire che in questo caso si applica perfettamente il detto “prevenire è meglio che curare.”

Consulenza pre-viaggio per la prevenzione
Di conseguenza prima della partenza è opportuno rivolgersi a personale qualificato per sapere quali siano i potenziali pericoli durante il soggiorno. Così come si prenota hotel e volo, è opportuno effettuare una consulenza pre-viaggio a tempo debito, almeno 1 mese prima della partenza.

La consulenza è un incontro di natura formativa e informativa, concentrato sui rischi collegati al viaggio e sugli strumenti più efficaci per neutralizzarli. Prima di tutto è ascolto: il professionista sanitario ascolta l’utente, capisce la tipologia di viaggio, ma anche la tipologia di persona, le tappe toccate, la lunghezza del soggiorno e il periodo. Si parla di informazioni come:

  • Storia medica del paziente, compresi i farmaci in uso, eventuali disabilità, condizioni immunitarie, interventi chirurgici recenti, allergie, gravidanze in corso o l’allattamento;
  • L’itinerario con focus sulle regioni da visitare, la stagione e il lasso temporale del viaggio;
  • Le attività in programma, per esempio escursioni nella natura o eventi con raduni di gran numero di persone;
  • Tipologia di alloggio;
  • Tolleranza al rischio dei viaggiatori e alle eventuali esposizioni finanziarie (in caso di contrazione di una malattia tropicale).

L’offerta deve essere modulata in base a ciò che ci si ritrova davanti. Non si limita a una “standardizzazione” in base al paese che si vuole visitare, ma crea un “pacchetto” di consigli ed eventualmente strumenti farmacologici personalizzati sulle specificità della persona e del viaggio. Proprio perché i singoli fattori di rischio variano in base alle mete e visto che il quadro clinico dei pazienti è sempre differente, non tutti i viaggiatori per una determinata meta riceveranno gli stessi consigli durante le consulenze.

Facciamo un esempio: due persone diverse devono recarsi in Tanzania, ricordiamoci che la Tanzania è grande 945.090 km² (3 volte la superficie dell’Italia):

  • il primo andrà in viaggio di nozze insieme al suo compagno, nella zona più turistica di Zanzibar in un resort all-inclusive a 5 stelle per due settimane a giugno;
  • il secondo invece, si recherà nel Nord del Paese per 3 settimane a dicembre, dormirà con il compagno in tenda e si occuperà di volontariato con animali selvatici. L’ospedale più vicino è a 5 ore di ore di bus.

Il paese è lo stesso, ma è evidente che i possibili rischi sono diversi tra le due tipologie di soggiorno. Nel caso in cui si cerchino indicazioni sanitarie in merito, su una pagina qualsiasi su Internet, però risultano essere le stesse: una lunga lista di vaccinazioni e profilassi che non tengono conto delle variabili intrinseche del viaggio stesso.

Posto che la vaccinazione è uno strumento fondamentale è altrettanto fondamentale in ogni caso valutare le priorità del viaggiatore. È chiaro come il secondo viaggiatore abbia un rischio molto superiore di contrarre ad esempio la rabbia per la tipologia di attività a cui è esposto e allo stesso tempo avrebbe più difficoltà a raggiungere un centro medico in caso di morso. Di conseguenza, seppur tra le possibili indicazioni in caso di viaggio in Tanzania, il vaccino antirabico è da consigliare solo in determinate situazioni.

Lo stesso vale per la profilassi antimalarica: il rischio è direttamente proporzionale al tempo di esposizione, al periodo dell’anno del soggiorno e alla zona della trasferta.

Porsi in un atteggiamento di ascolto è fondamentale per il conseguimento dell’obiettivo, ovvero la protezione e l’informazione del paziente.

Se da una parte il professionista sanitario deve essere attento alle esigenze del viaggiatore, dall’altra, l’utente, deve cogliere questa occasione, non come un obbligo, ma come un’opportunità di confronto e di apprendimento. Tutto questo bagaglio sarà utile anche in caso di viaggi futuri, sia in termini di nozioni che di vaccinazioni effettuate.
 

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