Redazionale

Le origini della ISO 31030: parliamo della ISO 31000

Data pubblicazione: 18/10/2023
Categoria: News - Autore: Sante De Santis

Le origini della ISO 31030: parliamo della ISO 31000

In un mondo sempre più complesso e insidioso la gestione del rischio (in inglese risk management) assume un’importanza fondamentale non solo per gli Stati, ma per qualsivoglia organizzazione o azienda che cerchi di affermarsi sul mercato sia interno che globale. Una meticolosa attività di risk management, infatti, consente di prevenire eventuali eventi dannosi o di attenuare le conseguenze nefaste di problemi che si sono già manifestati, con ciò potenziando la capacità di raggiungere gli obiettivi previsti.

Al fine di razionalizzare le procedure di risk management, la cui centralità è emersa con forza solamente negli ultimi anni, l’Organizzazione internazionale per la normazione, nel 2018 ha emanato la versione aggiornata dello standard ISO 31000 per la gestione dei rischi, che si sostanzia in un complesso sistematico di principi e linee guida rivolti a tutte le organizzazioni di qualsiasi dimensione. L’obiettivo primario della ISO 31000 è quello di ritenere il risk management un processo in grado di proteggere e rafforzare il valore delle imprese. Oltre a questo, le novità apportate dalla ISO 31000 rispetto alla prima edizione del 2009 possono essere così riassunte:

  • accresciuta importanza del ruolo svolto dal top management che, tra i compiti principali, ha quelli di allocare in modo ottimale le risorse e assegnare le responsabilità in relazione alla gestione dei rischi (tuttavia, nello standard si auspica la partecipazione attiva e il coinvolgimento dell’intero personale);
  • centralità della formazione e adozione di una comunicazione chiara e semplice;
  • sistematicità e dinamicità del risk management, che deve adattarsi repentinamente agli eventuali cambiamenti che potrebbero verificarsi;
  • integrazione della gestione del rischio nelle altre attività dell’organizzazione;
  • visione completa delle minacce che vanno individuate, analizzate e, infine, mitigate.

Gli orientamenti introdotti dalla ISO 31000 non sono rimasti confinati nel campo del risk management generalmente inteso, ma sono stati presi come modello di riferimento anche per la stesura dello standard ISO 31030 relativo al più ristretto ambito della gestione dei rischi legati ai viaggi di lavoro all’estero dei dipendenti appartenenti a tutte le organizzazioni, escluse quelle turistiche e ricreative. Tale standard, che è stato pubblicato nel 2021, ha assorbito molti dei principi della ISO 31000 potenziandone, in alcuni casi, la portata. Si pensi, per esempio, alla richiamata esigenza di considerare in modo dettagliato le minacce rientranti sia nell’ambito della Safety (eventi di natura colposa strettamente connessi al processo produttivo che potrebbero arrecare danni a cose o ferite a persone) che in quello della Security, ovvero riconducibili a fenomeni di carattere criminale, terroristico, sociopolitico, geopolitico, informatico ed epidemiologico.

L’influenza della ISO 31000 sulla ISO 31030 è ben visibile nondimeno nella procedura caratterizzante il Travel Risk Assessment, dove è possibile rintracciare molti degli elementi sopra citati. La valutazione dei rischi di viaggio, infatti, non può essere qualcosa di estemporaneo ed improvvisato, ma va pianificata con cura in ogni fase della trasferta: se prima della partenza è necessario attuare l’identificazione quali-quantitativa dei rischi, formare i lavoratori e coinvolgere il management nell’assegnazione di ruoli e responsabilità, durante la permanenza all’estero il personale deve essere invece costantemente monitorato, mentre al suo ritorno va effettuata una disamina conclusiva allo scopo per stabilire se proseguire o meno con le procedure adottate, il che richiama in modo inequivocabile il principio di adeguamento ai cambiamenti evocato dalla ISO 31000. Al di là delle questioni securitarie tout court, nel Travel Risk Assessment non si può tralasciare di esaminare le specifiche minacce alla salute correlate alla trasferta e la situazione sanitaria generale nella località interessata, come ad esempio, il livello di efficienza delle strutture ospedaliere pubbliche e private. In tal senso, una funzione di prim'ordine è rivestita dal medico competente il quale, tra le altre cose, stabilisce le eventuali vaccinazioni o profilassi farmacologiche da eseguire ed informa il lavoratore circa le precauzioni da intraprendere.

Un altro aspetto che merita di essere messo in evidenza a proposito della portata innovativa della ISO 31000, è quello di aver posto per la prima volta l’attenzione sui comportamenti umani e sui fattori culturali che condizionano le aziende, che la ISO 31030 ha in seguito recepito e adattato al proprio contesto di riferimento, ovvero i Paesi di destinazione del personale viaggiante. L’inosservanza dei codici comportamentali e di costume in uso nelle località estere potrebbe infatti provocare problemi di non poco conto alla sicurezza dei dipendenti e alla tutela degli asset. Questo tema è particolarmente avvertito quando si tratta di inviare i lavoratori in Paesi non democratici, dove molto spesso gli atteggiamenti sono stereotipati e rigidamente controllati dal potere politico e/o religioso.

Parimenti alla ISO 31030, anche lo standard ISO 31000 non riveste carattere vincolante, poiché le organizzazioni non sono obbligate a seguirne i dettami. Tuttavia, il rispetto dei principi da esso enunciati, oltre a garantire migliori performance, riduce il rischio per il datore di lavoro di incappare nella violazione di norme penali, civili e amministrative relative alla salvaguardia della sicurezza e salute dei dipendenti. Rischio che può essere ulteriormente ridotto, se non azzerato del tutto, nel caso in cui l’adozione della ISO 31000 venga integrata con quella della IS0 31030, che insieme assicurano elevati standard di protezione e, di conseguenza, notevoli vantaggi economici.

 

 

Fonti:

Anra

4cLegal

Punto Sicuro

GlobalSuite Solutions

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