Redazionale

Le patologie muscolo-scheletriche lavoro-correlate

Data pubblicazione: 08/02/2023
Categoria: News - Autore: Maria Vittoria Manai

Le patologie muscolo-scheletriche lavoro-correlate

Le alterazioni muscolo-scheletriche (o DMS, disturbi muscolo-scheletrici) rappresentano quell’insieme di patologie e/o sintomi che coinvolgono muscoli, tendini, legamenti, articolazioni, nervi periferici e strutture vascolari e costituiscono una delle principali cause di malattie professionali nei Paesi a sviluppo industriale avanzato; inoltre, rappresentano più del 50% delle patologie occupazionali. Hatzfeld, nel suo saggio, descrive come le patologie muscolo-scheletriche lavoro-correlate siano conosciute fin dai tempi di Ramazzini (padre della medicina del lavoro, XVIII sec.), ma solo tramite il processo di accettazione politica del riconoscimento legale e della sua contabilizzazione assicurativa, queste sono diventate una questione sociale; infatti, soltanto a partire dagli anni ’70 i fattori occupazionali sono stati revisionati con metodi epidemiologici e il rapporto tra alterazioni muscolo-scheletriche e lavoro si è sviluppato con rigore scientifico. Attualmente in Italia almeno 5 milioni di persone svolgono un lavoro che prevede la movimentazione dei carichi.

Dal punto di vista epidemiologico l’INAIL riporta questi dati:

  • Il 21,3% di disabilità in tutto il mondo sono imputabili alle patologie muscoloscheletriche (DMS) connesse con la movimentazione manuale dei carichi (MMC);
  • Le patologie muscolo scheletriche sono il quarto fattore a livello mondiale di impatto sulla salute;
  • I DMS costituiscono la seconda maggiore causa di disabilità in tutto il mondo;
  • Il dolore a livello della colonna vertebrale è la principale singola causa di disabilità;
  • Per oltre 44 milioni di lavoratori delle EU (quasi 1 su 6) i DMS sono lavoro-correlati;
  • In Europa, il 60% delle malattie professionali è dovuto ai DMS (al secondo posto invece abbiamo le malattie da stress lavoro-correlato) e il trend aumenta sempre di più.

All’INAIL, dal 1999 al 2018, sono stati segnalati 380385 casi di patologie muscolo- scheletriche lavoro-correlate e 31.768 di queste sono riconosciute; le più presenti sono le patologie legate alla colonna vertebrale e quella al tunnel carpale.

Le cause di questi DMS sono ad eziopatogenesi multifattoriale, di solito si sviluppano nel tempo e si hanno anche nella popolazione non esposta professionalmente. Tra i vari fattori di rischio che spesso sono in combinazione, vi sono i fattori fisici, biomeccanici, organizzativi, psicosociali e individuali.

Per i fattori di rischio fisico e biomeccanico si hanno tra le cause: a)La movimentazione manuale dei carichi ; b) I movimenti ripetitivi o forzati; c) le posture statiche e non comode; d) le vibrazioni, la scarsa illuminazione o gli ambienti di lavoro freddi; e) il lavoro veloce; f) la stessa posizione mantenuta a lungo o seduta.

Tra i fattori di rischio organizzativi e psicosociali si includono: a) la mancanza di riposo o l’opportunità di cambiare posizione durante il lavoro; b) la scarsa autonomia e le notevoli esigenze lavorative; c) il lavoro ad alta velocità, soprattutto in seguito all’introduzione delle nuove tecnologie; d) lavoro a turni e di lunghe ore: e) episodi di bullismo, discriminazione e molestie sul lavoro; f) un lavoro poco soddisfacente.

Il rischio di patologie muscolo scheletriche deriva, in generale, da tutti i fattori psicosociali e organizzativi (soprattutto se associati a rischi fisici) che possono comportare stress, affaticamento, ansia o altre reazioni, che a loro volta aumentano il rischio di disturbi muscoloscheletrici.

Infine, per i fattori di rischio individuali si menzionano: a) la storia clinica; b) comportamenti e stile di vita (come la mancanza di attività fisica o il fumo) e c) la capacità fisica

Da un punto di vista clinico, i DMS possono avere quadri clinici ben definiti che includono la tenosinovite, l’epicondilite, la borsite, le infiammazioni osteo - tendinee e articolari, la sindrome del tunnel carpale, la lombosciatalgia, i disturbi da compressione nervosa e infine l’osteoartrosi e le alterazioni degenerative ossee.

Per i disturbi aspecifici abbiamo il dolore, la rigidità articolare, le parestesie, la mialgia, il dolore lombare; le sindromi dolorose sono dovute soprattutto al sovraccarico biomeccanico che coinvolge: il tratto lombo-sacrale del rachide, il collo, la spalla, l’avambraccio, il polso, la mano e il ginocchio.

Per affrontare, dunque, la complessità dei DMS e prevenirli, i datori di lavoro dovrebbero avvalersi di due strumenti: a) la valutazione del rischio e b) la partecipazione dei dipendenti.

Per la valutazione del rischio dovrebbero adottare un approccio olistico, ossia valutare e affrontare l'intera gamma di cause, poi considerare quei lavoratori che potrebbero essere maggiormente a rischio di soffrire di disturbi muscoloscheletrici. Le priorità sarebbero eliminare i rischi ma anche adattare il lavoro ai lavoratori e questa valutazione dell’esposizione a rischio ergonomico (D. Lgs. 81/2008) si effettua sia tramite metodi osservazionali che sono riconducibili a indicatori quantitativi OWAS, RULA, OCRA, PATH, sia tramite misure dirette come dinamometri, elettrogoniometri, elettroinclinometri, EMG. Vengono utilizzati anche i questionari che, per problemi di riproducibilità e validità, sono molto usati in studi epidemiologici e per scopi di screening dell’esposizione.

Per la prevenzione dovrebbe essere incrementata la partecipazione dei dipendenti, ossia includere i lavoratori e i loro rappresentanti nelle discussioni su possibili problemi e soluzioni. Infatti, la prevenzione di queste patologie tramite la riduzione delle esposizioni è possibile. Questo comporta non solo significativi risparmi per i datori di lavoro, ma anche la riduzione della disabilità dei lavoratori.

Le direttive europee, le strategie dell’Unione Europea in tema di sicurezza e salute sul lavoro, i regolamenti degli Stati membri e le linee guida sulle buone prassi, sottolineano già l’importanza di prevenire i DMS. La normativa italiana si basa sul Decreto Legislativo 81/2008 e sulle norme tecniche UNI ISO 11228 1-2-3, a cui si fa cenno nell’allegato XXXIII del D. Lgs. 81/2008. La prevenzione dei DMS nel Decreto 81/2008 presenta specifiche indicazioni relativamente alla Movimentazione manuale dei carichi (Titolo VI e Allegato XXXIII del D.lgs. 81, che si basano sulla direttiva n. 90/269 CEE) e all’uso dei videoterminali per quanto concerne la postura assunta durante il lavoro (Titolo VII e Allegato XXXIV del D.Lgs. 81, che si rifanno alla direttiva n. 90/270 CEE). La norma, infatti, UNI ISO 11228-1, che si rivolge al sollevamento e trasporto manuale di carichi, permette di calcolare un indice di rischio che tiene conto delle condizioni reali, valutando tutti quei fattori eventualmente presenti in una determinata attività lavorativa, e di ricavare il peso massimo movimentabile. In particolare, tale norma propone di utilizzare, come peso massimo in condizioni ideali, 25 kg per i maschi e 15 Kg per le femmine se si vuol salvaguardare la salute del 90% della popolazione adulta sana. Il metodo NIOSH (National Institute for Occupational Safety and Health) valuta azioni di sollevamento manuale di carichi. In particolare, per ogni azione di sollevamento il metodo è in grado di determinare il cosiddetto peso limite raccomandato. Il secondo è il metodo MAPO (Movimentazione e Assistenza Pazienti Ospedalizzati) e questo permette di effettuare una valutazione quantitativa del livello di rischio degli operatori sanitari, esaminando diversi livelli di rischio in funzione delle condizioni ambientali presenti nella struttura in esame. La prevenzione dei DMS contempla: 1) La Meccanizzazione e l’automazione dei processi; 2) Gli opportuni ausili meccanici, qualora servano; 3) L’applicazione dei principi ergonomici alle postazioni e alle procedure di lavoro; 4) L’appropriata organizzazione del lavoro (pause, turnazioni, ecc.); 5) Le opportune modifiche delle strutture e delle attrezzature.

Il datore di lavoro ha l’obbligo di effettuare questi interventi a cui deve seguire un completamento mediante un’appropriata informazione e una specifica formazione ai lavoratori sui rischi connessi all’attività lavorativa. Questi adempimenti sono importanti affinché i lavoratori possano assumere un ruolo attivo nell’adozione di comportamenti sicuri nelle attività lavorative.

Fonti:

https://osha.europa.eu/it/themes/musculoskeletal-disorders

https://www.inail.it/cs/internet/docs/alg-dino-evento-webinar-sconti-inail-imprese-sicurezza-sicilia.pdf

file:///C:/Users/Lenovo/Downloads/disturbi%20muscoloscheletrici%20e%20lavoro.pdf

Hatzfeld, N. (2009), Les malades du travail face au déni administratif: la longue bataille des affections périarticulaires (1919-1972), in Revue d’histoire moderne et contemporaine n.56-1

https://www.simg.it/Riviste/rivista_simg/2015/05_2015/8.pdf

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