Redazionale

Per i bambini una singola dose di vaccino contro la febbre gialla può non essere sufficiente

Data pubblicazione: 23/09/2019 - Ultimo aggiornamento: 29/05/2022
Categoria: News - Autore: Staff Ambimed

Per i bambini una singola dose di vaccino contro la febbre gialla può non essere sufficiente

La febbre gialla è una malattia infettiva virale causata da un virus flavivirus, e veicolata e trasmessa all’uomo attraverso il morso di una zanzara infetta del genere Aedes (specialmente aegypti).

L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ogni anno siano ben 200.000 i casi infetti, e 30.000 i decessi correlati. La vaccinazione, insieme alla protezione meccanica dal morso della zanzara, rimane la
strategia preventiva maggiormente efficace.

Il virus è endemico nelle aree tropicali e subtropicali in Africa e Sud America. Per l’ingresso in alcuni paesi è obbligatorio a livello legislativo presentare il certificato di avvenuta vaccinazione, mentre per altri
l’effettuazione del vaccino contro la febbre gialla rimane solo fortemente raccomandato dalle massime autorità sanitarie.

Dal 2013, l'OMS raccomanda una singola dose di vaccino per la protezione permanente (cioè per tutta la vita), dopo che studi, in vitro e in vivo, hanno dimostrato l’efficacia vaccinale a lungo termine negli adulti e
nei bambini di età superiore ai 2 anni. Fino ad ora non furono eseguiti però studi sulla popolazione dei bambini tra i 9 e 12 mesi di età, nonostante siano tra i maggiori fruitori del vaccino preventivo a causa
dell’alta vulnerabilità a sviluppo di infezioni e complicanze. 

La ricerca condotta da José Enrique Mejía del Centro di patofisiologia di Tolosa Purpan in collaborazione con l'Istituto Robert Koch di Berlino e ricercatori provenienti da Stati Uniti, Ghana e Mali, ha dimostrato che
quasi nel 50% della popolazione in studio vaccinata a 9 mesi di età, a distanza di anni gli anticorpi protettivi contro la febbre gialla erano sotto la soglia di efficacia.

I risultati suggeriscono quindi che per la popolazione vaccinata tra i 9 e i 12 mesi di età potrebbe essere necessario un successivo richiamo a distanza di tempo, al fine di mantenere l’immunità efficace e di
prevenire il rischio di infezione e trasmissione del virus.

Per maggiori informazioni sulla malattia e vaccinazione consulta i nostri approfondimenti.

Fonte: EurekAlert

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