Redazionale

Pregiudizi di genere in medicina

Data pubblicazione: 10/11/2022
Categoria: News - Autore: Fiorella Gandini

Pregiudizi di genere in medicina

La medicina di genere o “medicina sartoriale” nasce dalla necessità di un approccio clinico focalizzato sul genere e di una conseguente riorganizzazione dell’assistenza sanitaria per garantire equità e appropriatezza delle cure.

La medicina di genere-specifica non riguarda solo la salute della donna, oggi, infatti, alle differenze fisiologiche sono stati aggiunti nuovi parametri di interpretazione (età, etnia, indicatori culturali ed economici), essenziali per garantire percorsi sanitari appropriati in ambito di prevenzione, diagnosi, terapia e riabilitazione.

Negli anni Novanta, studi e sperimentazioni, ad esempio in ambito cardiologico, erano stati condotti solo su animali ed esseri umani di genere maschile. In Italia dal 2019 è stato istituito, con Decreto del Ministero della Salute, un piano per l'applicazione e la diffusione della Medicina di Genere che ha permesso di dare risposte in ambito clinico e terapeutico personalizzate (tailor-made); infatti, le prescrizioni e la posologia dei farmaci per il trattamento delle patologie devono essere diversificate in relazione ai due sessi.

Alcune malattie, inoltre, si possono manifestare con insorgenza, sintomatologia e progressione diverse. Per questo motivo è stato necessario riprogettare tutto il servizio sanitario per migliorare la diagnosi ed evitare disuguaglianze di salute.

Esempi di differenza di genere in medicina

I sintomi di patologie e disturbi possono manifestarsi in modo diverso nei due sessi.

L’esempio emblematico è quello dell’infarto miocardico, a lungo considerato erroneamente una patologia tipicamente maschile, che nell’uomo esordisce con intenso e improvviso dolore toracico e spesso si irradia al braccio sinistro. Nella donna, invece, l’infarto si manifesta con difficoltà a respirare, pallore, stanchezza, dolore alla schiena, al collo o alle spalle, nausea, sudorazione fredda e capogiri. Sintomi atipici e simili a quelli di altre patologie: per questo motivo l’infarto viene riconosciuto e trattato non tempestivamente e, di conseguenza, con un quadro clinico più serio. In passato, inoltre, era difficile riuscire a recuperare stent metallici adeguati alle coronarie delle donne, perché più strette di quelle degli uomini.

Di contro, ci sono delle patologie considerate tipicamente femminili che, invece, colpiscono anche gli uomini, come l'osteoporosi, che interessa prevalentemente le donne, ma anche gli uomini anziani non ne sono per niente indenni. Nel sesso maschile compare in età avanzata e in modo più subdolo per cui, fratture importanti come quelle dell'anca e del femore, hanno conseguenze più gravi e una mortalità più alta rispetto al sesso femminile. Per questo motivo, attualmente, la densitometria ossea (denominata anche MOC o Mineralometria Ossea Computerizzata), viene prescritta con frequenza anche agli uomini.

Le malattie autoimmuni, artrite reumatoide, cirrosi biliare primitiva, lupus, colpiscono prevalentemente le donne perché il sistema immunitario si comporta in modo diverso nei due sessi.

Le donne sviluppano più facilmente ipertensione arteriosa e dopo la menopausa vanno incontro a un aumento del colesterolo LDL (colesterolo cattivo), rischiano maggiormente di ammalarsi di Alzheimer e depressione rispetto all’uomo che, invece, ha un rischio doppio di sviluppare il Morbo di Parkinson; anche il fumo, sulle donne, produce danni cinque volte maggiori rispetto al genere maschile. In relazione ai dati OsMed, inoltre, la percentuale delle donne che assumono farmaci è maggiore (60,7%) rispetto agli uomini (53,6%).

Anche la risposta ai farmaci è influenzata dal genere: l’acido acetilsalicilico protegge, dagli eventi cardiovascolari, più gli uomini delle donne; alcuni antipertensivi come gli ACE-inibitori, sono più efficaci negli uomini, invece nelle donne i sartani, gli oppioidi come la morfina, hanno un effetto analgesico più potente nelle donne.

Medicina di genere in Italia

In Italia, la medicina di genere ha iniziato a diffondersi nel 1998 con il progetto delle ministre delle Pari opportunità e della Salute, “Una salute a misura di donna”, che ha dimostrato una sottovalutazione dei problemi della salute delle donne. In tempi più recenti, nel 2017, a seguito del riordino strutturale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), sono stati creati nuovi dipartimenti e centri, tra cui il Centro Nazionale di riferimento per la medicina di genere, con l’obiettivo di promuovere, condurre e coordinare attività in ambito sanitario che tengano conto dei differenti bisogni di salute della popolazione dovuti a differenze di sesso e di genere. Sempre nel dicembre 2017, è stata determinante l’approvazione del Decreto Lorenzin, che, per la prima volta, ha apportato modifiche relative agli studi clinici, che sono diventati obbligatori sia sulle donne che sugli uomini, e alla comunicazione medico-paziente.

Differenze di genere anche nella comunicazione

Anche i rapporti tra medico e paziente variano da uomo a donna. Le donne medico aderiscono maggiormente alle linee guida e usano di più la medicina basata sulle prove di efficacia (evidence-based medicine), mentre il medico uomo prescrive un maggior numero di farmaci e più indagini strumentali. Nello specifico è stato osservato che i farmaci sedativi vengono maggiormente prescritti da medici di sesso maschile a pazienti di sesso femminile.

Le donne medico sono più accurate nel recepire e valorizzare i sentimenti altrui, forniscono supporto emotivo, rassicurazione e incoraggiamento, utilizzano un tono di voce amichevole e pacato. Hanno una maggiore capacità di ascolto e la esprimono con i gesti, ad esempio annuendo o fissando con lo sguardo, nel corso della conversazione, il proprio assistito, azioni che denotano un certo interesse e ascolto per le problematiche del paziente. Forniscono, inoltre, informazioni sui fattori di rischio, consigli utili su stili di vita corretti. Le donne medico sanno condividere le possibili diverse soluzioni terapeutiche con i loro assistiti e sono disponibili a rispondere a domande o risolvere eventuali dubbi dei pazienti. Il medico uomo utilizza un linguaggio più tecnico instaurando, con il proprio assistito, un rapporto basato sullo scambio di informazioni medico-scientifiche. Anche la visita medica ha una durata temporale inferiore a quella condotta dalle donne.

Le pazienti donne, dal canto loro, parlano di più e più volentieri con medici dello stesso sesso mentre i pazienti uomini sono più superficiali e sbrigativi.

Fonti: Ministero della salute,  ISS, Italian Journal of Gender-Specific Medicine, AIFA

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