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Tamponi in azienda per i non vaccinati: aziende che li pagano ai lavoratori e altre che si rifiutano

Data pubblicazione: 22/11/2021 - Ultimo aggiornamento: 28/05/2022
Categoria: News - Autore: Lavinia Barone

Tamponi in azienda per i non vaccinati: aziende che li pagano ai lavoratori e altre che si rifiutano

A partire dal 15 ottobre 2021 e sino al 31 dicembre 2021, termine indicato per la presupposta cessazione dello stato di emergenza, è diventato obbligatorio per accedere ai luoghi di lavoro pubblici o privati, l’esposizione della certificazione verde.

Tale certificazione attesta sia l’avvenuta vaccinazione, sia l’avvenuta guarigione dall’infezione da Covid-19, sia l’aver eseguito un tampone rapido nelle precedenti 48 h o molecolare per le precedenti 72 h.

In particolare ricordiamo che l’obbligatorietà riguarda:

  • tutto il personale della PA;
  • personale di Autorità indipendenti, Consob, Covip, Banca d’Italia, enti pubblici economici e organi di rilevanza costituzionale;
  • i titolari di cariche elettive o di cariche istituzionali di vertice;
  • i soggetti, anche esterni, che svolgono a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa o formativa presso le pubbliche amministrazioni;
  • chiunque svolge un’attività lavorativa nel settore privato a qualsiasi titolo;
  • il personale amministrativo e i magistrati mentre l’obbligo non si estende ad avvocati e altri difensori, consulenti, periti e altri ausiliari del magistrato estranei all’amministrazione della Giustizia, testimoni e parti del processo.

Questo ha sollevato diverse reazioni polemiche tra coloro che rientrano nella fetta di “no-green-pass” o “no-vax” che ritengono tale “imposizione” una limitazione alla presupposta libertà individuale.

Alcune aziende hanno deciso di fornire pacchetti di tamponi a prezzo ridotto per garantire il rispetto delle suddette normative, mentre altre aziende ancora di privati hanno deciso di fornire al professionista dipendente la possibilità di effettuare i tamponi gratuitamente presso la stessa sede aziendale.

Aziende a favore del tampone gratuito

Un esempio è l’azienda Piquadro, che si occupa di articoli di pelletteria, che motiva tale partendo dal presupposto che se fosse a pagamento questo genererebbe un assenteismo tra i professionisti che porterebbe ad una perdita del fatturato aziendale oltre per diverse complicazioni nell’organizzazione delle turnazioni.

Un'altra azienda che segue la scia di questo esempio è Natura Si, leader nella vendita di prodotti biologici e con oltre 300 negozi sparsi sul territorio nazionale, e circa 1650 dipendenti. Tale scelta viene motivata dalla scelta dell’azienda di porsi a supporto dei propri dipendenti, tutelando la salute della collettività e riducendo la divisione e il meccanismo di lotta sociale che la pandemia genera tra gli individui.

Nella lista di privati che hanno deciso di fornire questo supporto rientrano Ducati, Toyota Material Handling, Bonfiglioli, ex ilva.

Aziende non a favore

Al contrario aziende che si schierano a favore del tampone a pagamento sono Kiko e diverse altre. Le motivazioni sono dalle più disparate: dalla mancanza di fondi per supportare anche questa spesa economica dopo tutti i costi legati alla messa in sicurezza degli ambienti di lavoro (sanificazioni, sistemi di monitoraggio degli accessi, DPI specifici, …), a vere e proprio prese di posizione nei confronti dei “no-vax” da parte dei vari management aziendali.

Conclusioni

La necessità, per la tutela della collettività e degli individui più fragili della popolazione, di introdurre la certificazione verde è ad oggi incontrovertibile. Solo tramite un controllo dell’infezione virale nei bacini a più ampia diffusione può garantire un “sereno” svolgimento delle attività professionali sul luogo di lavoro, in una situazione di “quasi normalità”.

Senza esprimere un giudizio di merito su coloro che decidono di non sottoporsi al vaccino anti-Sars-Cov-2, riteniamo che il passo in avanti fatto dalle aziende a tutela dei loro lavoratori, indipendentemente dalle ideologie, sia un modo di fornire un servizio sia al dipendente che alla collettività, potendosi a supporto del pubblico che lavora attivamente sul territorio per contrastare lo sviluppo e la diffusione del Virus.

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