Influenza aviaria

Influenza aviaria

L’influenza aviaria è una malattia degli uccelli causata da un virus dell’influenza di tipo A. Diffusa in tutto il mondo, è un’infezione in grado di contagiare pressoché tutte le specie di uccelli, anche se con manifestazioni molto diverse che vanno da quelle più leggere fino alle forme altamente patogeniche e contagiose che generano epidemie acute.

Le forme altamente patogene hanno un’insorgenza rapida seguita da una morte altrettanto celere.
Il rischio principale è legato alla possibilità del passaggio del virus aviario all’uomo. Il timore di una nuova pandemia ha messo in moto una serie di misure straordinarie di prevenzione in tutto il mondo. 

CAUSE

I virus dell'influenza fanno parte della famiglia degli Orthomyxoviridae. Sono virus a RNA a singolo filamento, a senso negativo con genomi segmentati.

Esistono quattro tipi di virus influenzali, denominati con le prime quattro lettere dell’alfabeto: A, B, C e D. I virus dell'influenza A infettano l'uomo e molti animali diversi; i virus dell'influenza B circolano tra gli esseri umani e causano epidemie stagionali; i virus dell'influenza C possono infettare sia l'uomo che i suini, ma le infezioni sono generalmente lievi e se ne riportano raramente; i virus dell'influenza D colpiscono principalmente i bovini e non è nota la trasmissione agli umani per loro causa.

I virus dell'influenza di tipo A sono di grande importanza per la salute pubblica a causa del loro potenziale pandemico. Essi sono classificati in sottotipi in base alle combinazioni di diverse proteine di superficie come l’emoagglutinina (HA) e la neuraminidasi (NA).

Finora sono stati individuati 18 diversi sottotipi di emoagglutinina e 11 diversi sottotipi di neuraminidasi. A seconda dell'ospite di origine, i virus dell'influenza A possono essere classificati come causa dell’influenza aviaria, suina o altre influenze animali.

Tra questi sottotipi sono inclusi l’A(H5N1) e l’A(H9N2) dell'influenza aviaria, l’A(H1N1) e l’A(H3N2) dell'influenza suina. Tutti questi virus dell'influenza animale di tipo A sono distinti dai virus dell'influenza umana e non si trasmettono facilmente tra gli esseri umani.

Il virus dell’influenza aviaria H5N1 è però altamente patogeno, così come altri sottotipi di influenza non umana (vedi H1, H2, H3, H7, H9).

Gli uccelli acquatici sono il principale serbatoio naturale per la maggior parte dei sottotipi di virus dell'influenza A. La maggior parte causa un'infezione asintomatica o lieve negli uccelli, dove la gamma dei sintomi dipende dalle proprietà del virus.

I virus che causano gravi malattie nel pollame e provocano alti tassi di mortalità sono chiamati influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI). Quelli che invece causano malattie lievi sono chiamati influenza aviaria a bassa patogenicità (LPAI).

TRASMISSIONE

Le infezioni umane da virus A/H5N1 si verificano perlopiù da volatile a uomo, meno frequentemente passano dall’ambiente contaminato agli individui e solo in qualche caso si verifica la trasmissione interumana.

Un contatto diretto con il pollame infetto o superfici e oggetti contaminati dalle secrezioni dei volatili è la principale via di trasmissione agli esseri umani.

Il rischio di esposizione aumenta al contatto con materiale fecale infetto o con la secrezione respiratoria nell’ambiente, specialmente durante la macellazione, lo spiumaggio, la lavorazione della carne e la sua preparazione per la cucina. Non c’è evidenza di infezione attraverso la carne cotta adeguatamente o nei prodotti derivati dal pollame.

Il principale serbatoio naturale è costituito dagli uccelli acquatici, in particolare gli Anseriformes (anatre, oche e cigni) e i Charadriiformes (gabbiani, sterne e piovanelli).

Gli uccelli migratori possono trasportare virus HPAI e LPAI in modo asintomatico su lunghe distanze e inoltre i lignaggi aviari IAV possono diffondersi lungo queste rotte migratorie. Ad esempio, il telerilevamento e le analisi filogenetiche hanno mostrato che la distribuzione dei virus H5N1 nell'Asia orientale ha seguito le rotte migratorie degli uccelli selvatici nel periodo 2003-2012.

DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA

Epidemie di H5N1 si sono verificate nel pollame in aree dell’Asia, del Medio Oriente, dell’Europa e dell’Africa a partire dal 1997 e hanno portato a sporadiche infezioni negli esseri umani.

L’esposizione continua di esseri umani ai virus aviari H5N1 aumenta la probabilità che il virus acquisti le caratteristiche necessarie per una efficiente e duratura trasmissione interumana attraverso una graduale mutazione genetica o un riassortimento con il virus umano dell’influenza A.

Tra il novembre 2003 e l’agosto 2011 circa 565 casi umani di infezione H5N1 confermati al laboratorio sono stati riportati all’OMS da 15 paesi fra Africa, Sud Est Asiatico, Asia centrale, Europa e Medio Oriente.

Fino ad oggi sembra che i virus A (H5N1) non abbiano acquisito capacità di trasmissione sostenuta tra gli esseri umani, quindi la probabilità di trasmissione interumana è bassa. 

SINTOMI

I periodi di incubazione sono stimati dai 3 ai 5 giorni e possono protrarsi fino a 9 giorni.

I pazienti infetti da virus H5N1 o H7N9 presentano comunemente sintomi di malattia simil-influenzale, tra cui febbre, tosse secca, dolori muscolari e nausea, malessere. Possono presentarsi talvolta diarrea ed altri sintomi gastrointestinali.

La malattia progredisce nell’arco di alcuni giorni e quasi tutti i pazienti sviluppano clinicamente una polmonite con infiltrati radiografici di aspetto variabile; in alcuni casi è presente sangue nello sputo. Si manifestano altresì insufficienze multiorgano, sepsi e raramente encefalopatia.

Il tasso di letalità tra i pazienti ospedalizzati con infezione da H5N1 confermata è risultato alto (circa il 60%) come risultato di insufficienza respiratoria causata da una polmonite progressiva e da una sindrome di difficoltà respiratoria acuta.

Esiti infausti sono stati riportati inoltre per l’infezione da H7N7 negli esseri umani. Altri sottotipi di influenza aviaria sembrano causare malattie lievi.

DIAGNOSI

Sono necessari test di laboratorio per diagnosticare l'infezione umana e si eseguono attraverso l’esame di un campione prelevato dal naso o dalla gola nei primi giorni della malattia, dopo la comparsa dei sintomi.

L'OMS, attraverso il suo Global Influence Surveillance and Response System (GISRS), aggiorna periodicamente i protocolli di orientamento tecnico per la rilevazione dell'influenza zoonotica nell'uomo utilizzando molecole, ad es. RT-PCR e altri metodi.

TRATTAMENTO

Sono disponibili farmaci antivirali influenza-specifici per la profilassi ed il trattamento dell’infezione da H5N1.

L'evidenza suggerisce che alcuni farmaci antivirali, in particolare l'inibitore della neuraminidasi (oseltamivir, zanamivir), possano ridurre la durata della replicazione virale e migliorare le prospettive di sopravvivenza. Sono comunque in corso sul tema vari studi clinici.

È stata segnalata la resistenza all'oseltamivir. Nei casi sospetti e confermati, gli inibitori della neuraminidasi devono essere prescritti il prima possibile (idealmente entro 48 ore dall'insorgenza dei sintomi) per massimizzare i benefici terapeutici.

Tuttavia, data la significativa mortalità attualmente associata alle infezioni da virus dei sottotipi A(H5) e A(H7N9) e l'evidenza di una prolungata replicazione virale in queste malattie, la somministrazione del farmaco dovrebbe essere presa in considerazione anche nei pazienti in cui l’infezione sia stata individuata già in stato avanzato.

Il trattamento è raccomandato per un minimo di 5 giorni, ma può essere esteso fino a quando non si ottiene un miglioramento clinico soddisfacente.

I corticosteroidi non devono essere usati di routine, a meno che non sia indicato per altri motivi (es: asma e altre condizioni specifiche), in quanto il loro utilizzo è stato associato a una prolungata clearance virale, immunosoppressione che porta a superinfezione batterica o fungina.

La presenza di co-infezione con patogeni batterici può essere riscontrata in pazienti critici.

PREVENZIONE

Dove l’H5N1 è endemico nel pollame ( Cina, Egitto, Indonesia, Vietnam ), i viaggiatori devono evitare gli ambienti ad alto rischio come i mercati di animali vivi e le fattorie, il contatto con il pollame che razzola liberamente o in gabbia, le superfici probabilmente contaminate da secrezioni e deiezioni del pollame.

I viaggiatori nei paesi endemici devono inoltre evitare il contatto con uccelli migratori morti e con uccelli selvatici che mostrano segni di malattia e devono evitare infine il consumo di uova poco cotte, di pollame e di prodotti derivati dal pollo.

L’igiene delle mani attraverso un lavaggio frequente o l’uso di salviette alcoliche è fondamentale.

In occasione di contatto con individui con sospetta malattia H5N1 o con una malattia respiratoria severa e non spiegabile, i viaggiatori devono monitorare il loro stato di salute e in caso di febbre accompagnata da sintomi respiratori, devono consultare urgentemente un medico.

I vaccini disponibili contro l’influenza stagionale non proteggono contro l’influenza aviaria. In parecchi paesi sono stati sviluppati ed autorizzati vaccini inattivati H5N1 ad uso umano ma non sono ancora generalmente disponibili.

A causa della continua evoluzione dei virus influenzali, l'OMS continua a sottolineare l'importanza della sorveglianza globale per rilevare cambiamenti virologici, epidemiologici e clinici associati ai virus influenzali circolanti che possano minare la salute umana (o animale) con la tempestiva condivisione di tali virus e delle relative informazioni per un'ulteriore valutazione del rischio.
 

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Le informazioni presentate hanno natura generale, sono pubblicate con scopo divulgativo per un pubblico generico e non sostituiscono il rapporto tra paziente e medico.
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