Redazionale

Il vaccino contro il colera, un passaporto per la tranquillità

Data pubblicazione: 14/06/2023 - Ultimo aggiornamento: 14/08/2023
Categoria: News - Autore: Staff Ambimed - Marta Marchetti

Il vaccino contro il colera, un passaporto per la tranquillità

Generalità sul colera

Il colera è una malattia infettiva causata da batteri appartenenti al genere dei vibrioni, nello specifico dai sierogruppi O1 o O139 del Vibrio Cholerae.

Questa patologia è stata descritta per la prima volta nelle aree intorno al Golfo del Bengala nel 1817 e successivamente a livello globale, provocando sette pandemie negli ultimi due secoli, di cui l’ultima ancora in atto.

I vibrioni del colera sono in grado di produrre una tossina attiva sulle cellule della mucosa intestinale provocando così una malattia diarroica acquosa acuta, con uno spettro di sintomatologia da lieve a potenzialmente fatale.

Oggi il colera risulta esser endemico in molti Paesi, con focolai ed epidemie ricorrenti soprattutto in aree con condizioni igieniche precarie, a causa di disastri umanitari o ambientali.

Nei paesi endemici per il colera, un'epidemia può essere stagionale o sporadica e rappresenta un numero di casi superiore a quanto atteso. In un paese dove il colera non si verifica regolarmente, un'epidemia è definita dalla comparsa di almeno 1 caso confermato di colera con evidenza di trasmissione locale in un'area in cui il colera non è solitamente presente.

La trasmissione del colera è strettamente legata alla mancanza di accesso adeguato ad acqua potabile e servizi igienico-sanitari. Le aree a rischio tipiche includono le baraccopoli periurbane e i campi per persone sfollate, dove non vengono soddisfatti i requisiti minimi di acqua pulita e igiene.

Le conseguenze di una crisi umanitaria, come la sospensione dei sistemi di approvvigionamento idrico e dei servizi igienico-sanitari o lo spostamento di popolazioni in campi inadeguati e sovraffollati, possono aumentare il rischio di trasmissione del colera, se il batterio è presente o viene introdotto.

Il numero di casi di colera segnalati all'Organizzazione Mondiale della Sanità è rimasto elevato negli ultimi anni. Nel 2020 sono stati notificati 323.369 casi e 857 decessi in 24 paesi.


Trasmissione

Il colera è una malattia infettiva a trasmissione oro-fecale. Questo significa che la patologia può essere contratta in seguito all'ingestione di acqua o di alimenti contaminati da materiale fecale di individui infetti.

I vibrioni sono microrganismi in grado di sopravvivere molto bene nell’ambiente esterno, soprattutto all’interno di acque, sia dolci che salate.

Per questo motivo il vibrione può essere presente anche all’interno di pesce consumato crudo, e di altri prodotti ittici come molluschi e crostacei.

Nelle aree endemico-epidemiche, anche il consumo di verdura cruda risulta pericoloso a causa del possibile impiego di liquami usati a scopo irriguo o fertilizzante.

Il vibrione del colera è particolarmente sensibile alle temperature elevate: infatti, per uccidere una colonia è sufficiente sottoporla alla temperatura di 55°C per 15 minuti.

 

Incubazione e contagiosità

Un individuo infetto impiega, per sviluppare la sintomatologia (periodo di incubazione), un lasso di tempo che va da poche ore a 5 giorni, con una media di 2-3 giorni.

La contagiosità della malattia è legata alla presenza di Vibrio cholerae nelle feci, come precedentemente detto.

Il periodo di contagiosità, in genere, si protrae per alcuni giorni dopo la guarigione clinica.

Talvolta può insorgere lo stato di portatore cronico che si verifica quando il soggetto è in grado di continuare ad eliminare dalle feci il microrganismo per qualche mese.

Altri soggetti responsabili della diffusione del contagio possono essere i portatori sani che, nonostante l’assenza di sintomatologia, eliminano vibrioni con le feci.

 

Segni e sintomi

Il colera è una malattia infettiva caratterizzata dalla presenza di abbondante diarrea acquosa, con feci che assumono un aspetto ad “acqua di riso”. Si presenta inoltre vomito, rapida disidratazione e abbassamento della temperatura corporea.

Nel caso in cui si verifichi la perdita di ingenti quantitativi di liquidi, il paziente può arrivare a presentare uno stato di shock che, se non curato prontamente, può portare alla morte.

Per questo, alla comparsa dei primi sintomi, è necessario comunicare il proprio stato di salute al medico.

 

Diagnosi

La diagnosi avviene tramite la valutazione clinica di segni e sintomi del paziente.

La conferma è possibile con l'isolamento del V. cholerae nelle colture di materiale prelevato con l’utilizzo di tamponi rettali diretti o eseguiti su feci fresche.

 

Trattamento

Il trattamento del colera si basa prevalentemente sull’immediata reintegrazione dei liquidi e dei sali minerali. La reidratazione avviene per via orale per casi moderati di malattia, o per via endovenosa per i casi gravi.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda la somministrazione di antibiotici, quali eritromicina nei bambini e tetraciclina negli adulti, nei casi di colera con importante disidratazione.

Le persone che sono state in contatto con un caso accertato di colera sono da tenere sotto stretta sorveglianza sanitaria per 5 giorni dall’ultima esposizione.

In questi soggetti può essere utile la chemioprofilassi preventiva, ossia l’assunzione di antibiotici in seguito al contatto e non allo sviluppo della sintomatologia.

 

Norme igieniche preventive

I vibrioni del colera sono estremamente sensibili all'azione dei comuni detergenti e disinfettanti, per questo una buona soluzione per la disinfezione a livello domestico può essere ottenuta diluendo 1 cucchiaio da tavola di comune varechina in 1 litro d'acqua, come affermano le linee guida del Ministero della Salute. Questo trattamento può esser impiegato per disinfettare posate, stoviglie ed altri utensili, ma anche servizi igienici e biancheria. Questa metodica può esser utile per disinfettare frutta e verdura da consumare crude, previo abbondante risciacquo degli alimenti con acqua sicura, ossia bollita.

Essendo il colera una malattia a trasmissione oro-fecale, risulta fondamentale per la prevenzione della malattia uno scrupoloso rispetto delle norme igieniche di base, sia a livello individuale che a livello collettivo.

 

Se si ha in programma un viaggio in un Paese a rischio di colera è importante seguire questi 5 passi per prevenire la malattia:

 

1. Bere e utilizzare acqua sicura:

  • Utilizzare acqua in bottiglia per lavarsi i denti, lavare e preparare cibi, e per fare ghiaccio o bevande;
  • Se l'acqua in bottiglia non è disponibile, utilizzare acqua che è stata bollita, clorata o filtrata con un filtro che può rimuovere i batteri.

 

2. Lavarsi spesso le mani con sapone e acqua sicura:

  • Prima, durante e dopo la preparazione del cibo;
  • Prima e dopo aver mangiato o aver dato da mangiare ai bambini;
  • Dopo aver usato il bagno.

 

3. Utilizzare i servizi igienici:

  • Utilizzare servizi igienici o strutture per la gestione sicura delle feci;
  • Lavare le mani con sapone e acqua sicura dopo essere stati in bagno;
  • In mancanza di un servizio igienico, è indicato defecare almeno 30 metri di distanza da qualsiasi fonte d'acqua e poi seppellire le feci o disporle in modo sicuro.

 

4. Cucinare e consumare il cibo in modo sicuro:

  • Cucinare bene il cibo (evitare cibi crudi e cotture “al sangue”), mantenerlo coperto e consumarlo quando è ancora caldo;
  • Sbucciare sempre frutta e verdura;
  • Evitare di consumare verdure e frutta crude che non possono essere sbucciate.

 

5. Pulire in modo sicuro:

  • Pulire le aree di preparazione del cibo e le stoviglie con sapone e acqua trattata;
  • Lavare i vestiti o i pannolini a 30 metri di distanza dalle fonti di acqua potabile;
  • Pulire e disinfettare i servizi igienici e le superfici contaminate dalle feci, utilizzando una soluzione di acqua e candeggina;
  • Dopo la pulizia, smaltire in modo sicuro l'acqua saponata e i panni sporchi. Lavare di nuovo le mani con sapone e acqua sicura dopo la pulizia e la disinfezione.

Se non è possibile utilizzare sapone e acqua, usare un disinfettante alcolico per le mani con almeno il 60% di alcol.

 

Il vaccino contro il colera

Il ministero della Salute afferma che, al momento, sono disponibili nel nostro Paese due tipologie differenti di vaccini orali (OCV) contro il colera. Questi vaccini si sono dimostrati sicuri, efficaci e ben accettati a livello della popolazione sottoposta alla somministrazione.

Il vaccino agisce andando a stimolare il sistema immunitario a livello della mucosa intestinale; infatti, il nostro organismo riesce a produrre degli anticorpi atti a combattere la tossina e i vibrioni colerici responsabili della malattia.

  • Dukoral è un vaccino monovalente a base di formalina e cellule intere, uccise al calore, di Vibrio cholerae O1 a cui si aggiunge la subunità B ricombinante della tossina colerica. Può essere somministrato a tutti gli individui di età superiore ai 2 anni. Perché questo vaccino sia efficace, devono esser assunte due dosi di Dukoral, con un tempo di latenza tra una dose e l'altra compreso tra i 7 giorni e le 6 settimane. I bambini di età compresa tra 2 e 5 anni richiedono una terza dose. L’assunzione di due dosi di questo vaccino protegge dal colera per 2 anni.
  • Vaxchora è invece un vaccino bivalente formato da batteri vivi attenuati dei sierogruppi O1 e O139 del Vibrio cholerae. Per il vaccino Vaxchora è prevista 1 singola dose che può essere somministrata a partire dai 2 anni di età. La vaccinazione dovrebbe essere effettuata almeno 10 giorni prima della possibile esposizione al patogeno.

 

Chi deve vaccinarsi?

L’OMS afferma che la vaccinazione dovrebbe essere utilizzata nelle aree con colera endemico, nelle crisi umanitarie ad alto rischio di trasmissione della malattia e durante le epidemie di colera. Tutto ciò sempre in combinazione con le altre strategie di prevenzione e controllo del colera, prima citate.

Il rischio per la maggior parte dei viaggiatori internazionali è basso se vengono adottate le corrette norme igieniche e le dovute precauzioni atte a evitare il consumo di cibi o bevande contaminati. Per questo motivo, la vaccinazione contro il colera è fortemente raccomandata solo per i viaggiatori a rischio, quali lavoratori ed operatori sanitari che si recano in zone colpite da disastri in aree endemiche e in zone di epidemia, come previsto nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017/2019 (PNPV)

 

Fonti:

WHO

CDC

Cholera – Global situation

Cholera, Kanungo, Suman et al. - Lancet (London, England) vol. 399,10333 (2022)

 

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