Redazionale

La prima vittima umana del virus di influenza aviaria A H3N8 in Cina

Data pubblicazione: 21/04/2023
Categoria: Alert dal mondo - Autore: Staff Ambimed

La prima vittima umana del virus di influenza aviaria A H3N8 in Cina

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha riportato il decesso di una donna a causa del virus H3N8 dell'influenza aviaria, il primo caso noto di mortalità umana per questa forma di influenza.

L'H3N8 è noto dal 2002 e solitamente circola tra animali quali cavalli, cani e foche. Non era stato precedentemente rilevato negli esseri umani fino a quando non sono emersi due casi non fatali, entrambi in Cina, nell'aprile e maggio dello scorso anno.

La donna deceduta era una cinquantaseienne della provincia di Guangdong, nel sud-est della Cina. Si è ammalata il 22 febbraio ed è stata ricoverata per una grave polmonite esitata in decesso il 16 marzo.

La paziente presentava molteplici patologie di base. Aveva un'anamnesi di esposizione a pollame vivo prima dell'insorgenza della malattia e una storia di presenza di uccelli selvatici intorno alla sua casa. Nessun contatto stretto del caso ha sviluppato un'infezione o sintomi di malattia al momento della segnalazione.

"Sembra che questo virus non abbia la capacità di diffondersi facilmente da persona a persona, e quindi il rischio che si diffonda tra gli esseri umani a livello nazionale, regionale e internazionale è considerato basso", ha detto l'organizzazione con sede a Ginevra.

Le infezioni zoonotiche da influenza nell'uomo possono essere asintomatiche o causare malattie. A seconda dei fattori legati al virus specifico e all'ospite infetto, la malattia può variare da congiuntivite o lievi sintomi simil-influenzali a gravi malattie respiratorie acute o decesso. I casi di influenza aviaria umana di solito sono il risultato di esposizione diretta o indiretta a pollame infetto, vivo o morto, o ad ambienti contaminati.

Le persone che si dirigono verso Paesi dove sono presenti focolai noti di influenza animale dovrebbero evitare di visitare fattorie, avere contatti con animali nei mercati di animali vivi, entrare in zone dove gli animali possono essere macellati o entrare in contatto con superfici che potrebbero essere contaminate da feci animali o altri fluidi corporei.

Fonti:

WHO; The Guardian

Trovi questo articolo interessante? Condividilo sui social
Progettazione e sviluppo a cura di TECNASOFT